Parole in gioco

luglio 1, 2014

La passeggiata di un distratto

Filed under: Fiaba,Gianni Rodari — paroleingioco @ 2:09 PM

– Mamma, vado a fare una passeggiata.
– Va’ pure, Giovanni, ma sta’ attento quando attraversi la strada.
– Va bene, mamma. Ciao, mamma. – Sei sempre tanto distratto.
– Sì, mamma. Ciao, mamma.
Giovannino esce allegramente e per il primo tratto di strada fa bene attenzione. Ogni tanto si ferma e si tocca.
– Ci sono tutto? Sì, – e ride da solo.
È così contento di stare attento che si mette a saltellare come un passero, ma poi s’incanta a guardare le vetrine, le macchine, le nuvole, e per forza cominciano i guai.
Un signore, molto gentilmente, lo rimprovera:
– Ma che distratto, sei. Vedi? Hai già perso una mano.
– Uh, è proprio vero. Ma che distratto, sono.
Si mette a cercare la mano e invece trova un barattolo vuoto. Sarà proprio vuoto? Vediamo. E cosa c’era dentro prima che fosse vuoto. Non sarà mica stato sempre vuoto fin dal primo giorno…
Giovanni si dimentica di cercare la mano, poi si dimentica anche del barattolo, perché ha visto un cane zoppo, ed ecco per raggiungere il cane zoppo prima
che volti l’angolo perde tutto un braccio. Ma non se ne accorge nemmeno, e continua a correre.
Una buona donna lo chiama: – Giovanni, Giovanni, il tuo braccio!
Macché, non sente.
– Pazienza, – dice la buona donna. – Glielo porterò alla sua mamma.
E va a casa della mamma di Giovanni.
– Signora, ho qui il braccio del suo figliolo.
– Oh, quel distratto. Io non so più cosa fare e cosa dire.
– Eh, si sa, i bambini sono tutti così. Dopo un po’ arriva un’altra brava donna.
– Signora, ho trovato un piede. Non sarà mica del suo Giovanni?
– Ma sì che è suo, lo riconosco dalla scarpa col buco. Oh, che figlio distratto mi è toccato. Non so più cosa fare e cosa dire.
– Eh, si sa, i bambini sono tutti così.
Dopo un altro po’ arriva una vecchietta, poi il garzone del fornaio, poi un tranviere, e perfino una maestra in pensione, e tutti portano qualche pezzetto di Giovanni: una gamba, un orecchio, il naso.
– Ma ci può essere un ragazzo più distratto del mio? – Eh, signora, i bambini sono tutti così.
Finalmente arriva Giovanni, saltellando su una gamba sola, senza più orecchie né braccia, ma allegro come sempre, allegro come un passero, e la sua mamma scuote la testa, lo rimette a posto e gli dà un bacio. – Manca niente, mamma? Sono stato bravo, mamma? – Sì, Giovanni, sei stato proprio bravo.

Gianni Rodari

 

 

Gianni Rodari nasce ad Omegna nel 1920; compiuti gli studi magistrali si avvia alla carriera dell’insegnamento elementare. Attivo sin da giovane nelle file dell’Azione Cattolica, in seguito aderisce all’ideologia comunista abbracciando l’attività politica del partito e collaborando come giornalista politico non allineato in più di una redazione. Uomo schivo, meticoloso nell’appuntare le sue idee più disparate, ci ha lasciato un’enorme quantità di scritti che vanno dagli articoli giornalistici, agli appunti sparsi, alle favole e filastrocche per bambini e per adulti; ha curato inoltre l’edizione italiana delle fiabe di Andersen negli anni Settanta in qualità di ricercatore. Le sue prime prove di scrittore per bambini risalgono al periodo milanese; nel 1947 sul “Giornale della domenica” scrive racconti e filastrocche, tessendo preziosi contatti con i «suoi» lettori, che, in una sorta di dialogo intergenerazionale gli offrono spunti e sottopongono questioni di ogni tipo stimolando la sua produzione letteraria. La popolarità arriva nel 1960 quando pubblica presso l’Einaudi di Torino, “Filastrocche in cielo e in terra”, l’opera che lo porterà alla notorietà come scrittore per l’infanzia, non solo in Italia ma presto anche all’estero. Capolavoro di pedagogia e didattica sui generis, la sua produzione è percorsa dal dato costante del rapporto tra adulto e bambino, con le sue favole moderne Rodari ripropone nel novecento questo genere di racconto per ragazzi e lo rinnova adeguandolo ai tempi. L’obiettivo resta sempre quello educativo che grazie alla favola è realizzato in modo leggero e divertente anche quando i temi sono seri e importanti, il tutto coronato da una morale finale. Nel 1970 vince il  premio Andersen. Rodari ha contribuito a un rinnovamento della letteratura per l’infanzia con una vasta produzione percorsa da una vena di intelligente comicità, dando spazio ai temi della vita d’oggi e sostituendo il tradizionale favolismo magico con personaggi e situazioni surreali.

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